I bignè di San Giuseppe sono uno di quei doli tipici immancabili a Roma e provincia: si preparano solo nel periodo che precede il 19 marzo e fanno il paio con le zeppole napoletane, preparate anch’esse in questo periodo. La differenza tra zeppole e bigné potrebbe essere di poco conto ma in realtà fa in modo che i due dolci siano diversi: le zeppole sono “aperte” e contengono anche un’amarena in superficie, i bignè sono rotondi e la crema all’interno non contiene altro.
Istituzione come tanti altri prodotti della cucina romana, i bignè veri sono fritti e pieni di crema pasticcera, possibilmente con una spolverata di zucchero a velo.
La ricetta è semplice anche se richiede un po’ di pazienza; la classica ricetta dei bignè prevede la frittura ma gli stessi si possono preparare anche al forno seguendo questa ricetta.
Proprio perchè sono fritti, questi bignè si mantengono come appena fatti per circa 24 ore poi iniziano a perdere consistenza e sapore. Vanno comunque conservati in frigo e consumati entro e non oltre le 48 ore.
Questa è la mia ricetta classica, tradizionale e super collaudata per preparare degli ottimi bignè di San Giuseppe a casa; se entro il 19 marzo ti trovi a Roma, non perderti i bignè di queste pasticcerie.
Ingredienti per 6 porzioni
- 150 grammi di farina
- 80 grammi di burro
- 200 grammi di acqua
- 4 uova
- un pizzico di sale
- 60 grammi di zucchero
Procedimento
- Far bollire acqua, burro e sale in una pentola non aderente quindi una volta arrivato a bollore spegnere la fiamma e versare, a pioggia e mescolando, la farina; accendere di nuovo la fiamma portandola ad una media intensità, rimettere la pentola sul fuoco e lasciar cuocere fino a quando l’impasto non inizia a staccarsi dai bordi quindi tenere sul fuoco a fiamma medio-bassa per un paio di minuti ancora.
- Aggiungere le uova e lo zucchero dopo aver tolto la pentola dal fuoco e aver lasciato intiepidire per qualche minuto quindi mescolare per eliminare le bolle che si formano; togliere l’impasto dalla pentola, versarlo in una ciotola in alluminio e lasciarlo riposare per circa 30 minuti coperto con un panno di cotone.
- Usando due cucchiai ricavare delle palline di impasto da friggere in abbondante olio di semi e da toccare il meno possibile le palline di pasta perché queste, a contatto con l’olio, inizieranno a gonfiarsi e a vivere di vita propria per cui se toccate potrebbero sgonfiarsi istantaneamente: lasciar dorare ogni pallina su entrambi i lati quindi scolarle su un foglio di carta assorbente.
- Una volta raffreddati riempire i bigné con della crema pasticcera (la ricetta che uso io è questa), spolverare eventualmente con abbondante zucchero a velo o lasciare al naturale e servire.
Tempo di preparazione: 1 ora
Bignè di San Giuseppe: qualche suggerimento in più
- Se vuoi ammorbidire il tuo bignè, aggiungi zucchero alla pastella;
- Per una maggiore doratura, aggiungi il 50% di latte nella pastella, al posto dell’acqua;
- Aggiungendo più grasso alla pastella si otterrà un bignè più leggero e friabile;
- Diminuendo il grasso nella pastella porterà ad un bignè più pesante;
- Puoi optare per una doppia cottura (che non è prevista nella ricetta tradizionale) in modo che i tuoi bignè zeppole risultino croccanti e asciutti: cuocili prima in forno caldo e poi friggili, maneggiandole con delicatezza quando le sposti dalla teglia all’olio di cottura per evitare che si spezzino.
Le origini dei bignè di San Giuseppe a Roma
In Italia San Giuseppe si festeggia ovunque ma a Roma è una ricorrenza particolarmente sentita. Dal 1400 si trovano testimonianze relative all’attaccamento della città a questo Santo, con i festeggiamenti che si tenevano principalmente accanto alla Chiesa di San Giuseppe dei falegnami, proprio perché nella simbologia cristiano Giuseppe, padre di Gesù, era un falegname. Nell’800, i festeggiamenti si spostarono nel quartiere Trionfale, nelle vicinanze della Basilica di San Giuseppe, che era circondata da banchetti dove si friggevano bignè.
Articolo scritto da Veruska Anconitano aka La Cuochina Sopraffina
https://lacuochinasopraffina.com/bigne-di-san-giuseppe-ricetta-classica-della-tradizione-romana