Sono pomeriggi un po’ più tranquilli di quelli trascorsi negli ultimi mesi. Guardo, mentre ticchetto, il video di Alessia -biankoniglia- che spiega come fare le serre idroponiche. Le serre idroponiche, ma cosa sono, mi chiedo mentre butto giù un altro sorso di questo rooibos al cioccolato della English Shop Tea che mi ha conquistato qualche mese fa. La sua voce mi piace e rilassa; grazie ad Alessia ho scoperto queste serre dove l’acqua lavora. Luce, aria e acqua. Quella che mi è mancata per troppo tempo. Mi sento un po’ come una piantina trapiantata. Poi estirpata. E ripiantata. Una volta il terreno era troppo secco. L’altra mi faceva sentire costretta. E l’altra ancora mi aveva procurato molto dolore per via di piccoli insettini capaci di infettarmi fino alle viscere.
Prima sul blog era tutto così immediato, schietto e sincero. Aprivo questo editor. Ticchettavo emozioni, giorni e ricordi come fossi in corsa su una discesa. Velocissimamente mi buttavo giù senza paura che ci fosse un dirupo alla fine della strada, un piccolo bastone capace di farmi cadere o una disattenzione che mi avrebbe buttato a faccia in giù sull’asfalto. Ero sicura. Così sicura che cominciava la corsa e alla fine c’era sempre un bellissimo panorama. Una volta la neve, una un mare in tempesta. L’altra ancora un giardino fiorito e via così con un foltissimo cambio di sceneggiature tutte incredibilmente colorate, profumate e variegate. Da togliere il fiato.
Adesso non sono più in corsa su una discesa ma corazzata dentro una macchina. Mi assicuro continuamente di premere il freno. Tengo ben stretta la cintura e sono orgogliosa di avere il doppio airbag. Di guardare dal finestrino attentamente immaginando traverse improvvise e di conseguenza sorprese inattese. Il freno a mano sempre sottocchio e una piccola mappa sul sedile con un tragitto segnato ma con la voglia incontrollabile di sterzare e non seguirlo.
Ed è proprio questa voglia che mi fa capire che posso guarire. Che posso tornare a correre nella discesa e smetterla di infilarmi dentro carri armati per paura di ferirmi. Ho sempre guidato come nella discesa (però le cinture le ho messe sempre) e mai così come in questa metafora. Sono sempre stata sicura in macchina. Un po’ spericolatina e arrogantella ma più nei vent’anni, dai. Un po’ tutti del resto. E quindi chi è questa che controlla le traverse e cerca di leggere le mappe invece di seguire l’invincibile senso di orientamento? Chi è questa che non immagina alla fine della strada un incredibile dirupo alla Thelma & Louise dove accelerare forte e ridere a crepapelle sulla nuvole in volo? Sempre io. Ma è una io che non mi piace particolarmente.
Mi piace però il fatto che continui a scegliere dolcetti semplici e buoni e che adesso riesca pure ad assaggiarli. Incredibile, no? Oggi voglio parlarti -oltre che di macchine e dirupi- di questa quattro quarti buonissima con le mele caramellate. Credo sia una ricetta di Donna Hay ma non ne sono sicura. L’ho segnata sulle note dell’iphone ma stupidamente non ho scritto l’autore, pardon. Visivamente però ricordo la foto e giurerei fosse di Donna Hay. Somiglia a una sorta di tarte tatin perché le mele rimangono in fondo proprio come accade nella tatin. Però non uniformemente nonostante siano state tagliate in modo meticoloso. E quindi sta un po’ stortina. Imperfetta nella sua maestosa bellezza.
E mi piacciono le torte imperfette e storte. Perché un giorno si raddrizzano. Altri no. Un po’ come noi. Cosa mi insegna questa quattro quarti oggi? Che è sempre l’essenza la cosa realmente importante. E che alcuni cambiamenti accadono proprio per ricordarcene.
La Ricetta
Per 4-6 persone
La quattro quarti:
- 250 grammi di zucchero
- 250 grammi di burro morbido a temperatura ambiente
- 250 grammi di farina
- 4 uova
- vaniglia o cannella (come preferisci)
Per le mele caramellate:
- 3 mele (intorno ai 250-300 grammi non di più)
- Un limone
- 150 grammi di zucchero
- 30 grammi di burro
Pulisci per bene le mele e sbucciale. Tagliale a cubetti il più regolari possibile. Spruzza con il succo di limone. Fai sciogliere il burro in un pentolino a fuoco molto basso. Metti le mele e alza il fuoco lasciando cuocere cinque minuti. A parte fai il caramello con lo zucchero (150 grammi) e poca acqua. Quando è ancora chiaro e non si è caramellato del tutto, ovvero quando raggiunge l’ebollizione (poco dopo), versalo sulle mele con il burro. Gira per bene e metti da parte.
Adesso lavora burro e zucchero insieme e poi aggiungi le uova una a una. Sbatti per bene e fa sì che ogni uovo sia amalgamato prima di inserire l’altro. Adesso inserisci la farina setacciata e versa nello stampo imburrato e infarinato. Solo quando hai versato l’impasto affondaci dentro i cubetti di mela e cuoci a 180 già caldo per almeno 45 minuti. Sembrerà una sorta di Tarte Tatin e la base sarà molto morbida. Ti consiglio di affondare per bene i cubetti di mela.