Le ciambelle marmorizzate erano le preferite di papà. Amava mangiarle a colazione, ma anche a tutte le ore. Le preparavo, e tutt’oggi lo faccio in sua memoria, a occhio. Dosando con il cuore, equilibrando con sentimento e mescolando con felicità. Mi è sempre piaciuto leggere, come succede con le nuvole o le trame del marmo e delle pietre, i disegni che il cioccolato come fosse penna crea sulla vaniglia come fosse tela. Qui in una fetta ci vedo un cuore. Nell’ altra un arancino al sugo di quelli piramidali. Nell’ altra ancora una balena. Però se poi giri la testa la balena diventa un fantasmino o il profilo di una signora con il fazzoletto in testa; come lo teneva nonna.
Non smetto di fare ciambelle marmorizzate e aspettare sempre nuovi disegni e storie tra le molliche. Non smetto di fare cose per te. Perché riesco a riempire i vuoti così. Riempiendoli di te.
Qualche giorno fa
scrivevo questo su Instagram. Ormai è una miscela di micro blogging e blogging tra social, siti e storie narrate a voce. Una gran bella confusione, che se mi destabilizzava prima adesso un po’ meno. Del resto bisogna adattarsi, riformularsi e tenere il passo no? Come sai, perché ti ho già tediato sufficientemente e ancor più, sto sistemando tutte le foto vecchie e i post precedenti di questi ormai -quasi- dieci anni di esclusivamente food (contando i fumetti vengono un po’ i brividi perché si parla del 2004. Quindici anni. Quindici).
Proprio per questo motivo oltre ripercorrere attraverso immagini e ricette i giorni più belli e tristi della mia vita, appunto le foto perse per sempre e ricette mai pubblicate ma che avrei voluto. Stilo liste su quello che devo, dovrei e voglio fare. Una delle cose che mi è saltata subito all’occhio è stata che ho ticchettato della marmorizzata sì, ma sempre indirettamente. E proprio all’inizio, ergo anni e anni fa. La faccio, come dicevo, molto spesso. Quando sono triste senza neanche rendermene conto la comincio a preparare praticamente sempre, sai?
E quindi ecco sì. Il post sulla ciambella marmorizzata e un posto d’onore e speciale, nel cuore. Se vuoi lasciarmi la ricetta della tua ne sarei felice e la proverò.
La Ricetta
Facendo a occhio proprio non saprei, ma somiglia molto alla classica ricetta con i bicchieri come unità di misura: quasi 4 bicchieri di farina 00, uno e mezzo di zucchero di canna, uno di yogurt, uno di olio di semi di girasole, una bustina di lievito, tanta vaniglia (la cannella la metto nel cacao) e tre uova circa ma dipende dalla grandezza. Dopo aver lavorato tutto insieme verso nella teglia imburrata e infarinata e solo dopo lasciandone un po’ aggiungo il cacao amaro in modo da rigirare di nuovo e versare sopra la base alla vaniglia quella al cioccolato e cannella.
L’archivio propone