viene suddiviso e colorato diversamente, prima della cottura, di solito utilizzando il cacao e il colorante rosa per ottenere le palline nei colori tipici, ovvero neutro, marrone e rosa .
La loro origine è antica: questi dolcetti simboleggiano infatti la commemorazione dei defunti (infatti vengono chiamate anche favette dei morti) in sostituzione delle fave mangiate in epoca romana sulle tombe dei propri cari e ai banchetti funebri. Talvolta, infatti, le fave dei morti invece che a palline vengono anche sagomate a tocchetti, in modo da ricordare ancora di più il legume. L’unica parte antipatica sono i tempi di attesa, perché servono 12 ore sia per far riposare l’impasto che per il raffreddamento: ecco perché vi pubblico la ricetta un po’ in anticipo rispetto al giorno dei morti: in modo che possiate organizzarvi per tempo 😉
Mettete farina, zucchero e vaniglia in una ciotola e mescolate, quindi incorporate l’alcool
Dividete l’impasto in 3 parti uguali, lasciatene una da parte e aggiungete alle altre 2 (separatamente) cacao e colorante (e, se volete, l’alchermes), in modo da creare un panetto rosa e uno marrone.
Avvolgete ogni impasto con pellicola trasparente e lasciate riposare per 12 ore circa a temperatura ambiente.
Riprendete i panetti e, aiutandovi con un po’ di zucchero a velo, iniziate a creare delle palline di circa 1-2 cm di diametro (come una grossa nocciola), cercando di farle tutte delle stesse dimensioni (in modo che cuociano in maniera uniforme).
Man mano che sono pronte, disponetele sulla teglia rivestita di carta forno e cuocete per circa 10 minuti a 130°C, in forno ventilato già caldo: vi accorgerete che sono pronte perché inizieranno a creparsi in superficie.
Le favette triestine sono pronte: lasciatele raffreddare per almeno 12 ore prima di servirle.
https://www.misya.info/ricetta/favette-triestine.htm