” Quando ero piccola ogni mattina mi svegliavo sentendo l’odore del riso cotto al vapore. Il profumo dello zucchero di palma è il migliore del mondo. Tutta la casa profumava di zucchero caramellato. Da bambina andavo e venivo dalla cucina. Era dove vedevo il mio futuro”. Aisha Hashim
” Siamo una nazione molto giovane: siamo cinesi, indiani, malesi e altro. Non abbiamo una lingua, una nostra identità eccetto per il cibo”. È così che comincia Street Food Asia la puntata dedicata a Singapore.
Singapore si è sviluppata rapidamente nel Sud Est asiatico e ha una fortissima componente culinaria. Ci sono tantissimi mercati di ambulanti e si trova di tutto: dai noodles ai curry, dalle frattaglie allo street food di tantissime realtà culinarie. I piatti non sono più cinesi, indiani o malesi ma sono di Singapore. Ci sono i famosi Due Putì Mangkok, ovvero i putu piring: riso al vapore con zucchero di palma caramellato. Si mette la farina di riso in uno strumento (la parte superiore a forma di imbuto) di metallo che poi andrà cotta in una vaporiera. Vengono serviti con cocco grattugiato e rettangoli di foglie di pandan; hanno quindi un retrogusto vanigliato. Il pandan è una pianta tropicale comunemente usata nell’Asia del sud per cucinare. Si trova sotto forma di foglie o di estratto liquido (la famosa Pandan Chiffon Cake! Che non vedo l’ora di fare, inciso). Sono così tradizionali che quando se ne parla a qualcuno di Singapore risponde sempre “li mangiavo da bambina” (proprio come Aisha)
Aisha Hashim
“I Putu Piring sono una tradizione di famiglia ma oggi giorno è difficile trovarli perché sono difficili da preparare. La mia bisnonna li vendeva agli angoli delle strade. A mia madre piaceva aiutarla e nonna le ha tramandato i segreti per prepararli alla perfezione, quindi i putu piring scorrono nelle mie vene. Quando ero bambina davo sempre una mano ai miei genitori al chiosco”
Aisha va al mercato -nelle prime scene dalla puntata a lei dedicata- e sceglie le foglie di pandan perfette, il cocco e le basi per preparare i putu piring.
Ma chi è Aisha Hashim?
Se cerchi su Google ci sono davvero pochissime notizie, soprattutto in italiano (anzi diciamola proprio: non ce ne sono.
Alle superiori seguiva le lezioni di economia domestica dove preparavano prodotti dolciari. Il primo giorno fa un pasticcio -preparando i bignè- e questo la spinge a dedicarsi maggiormente alla pasticceria. Voleva scoprire di più sugli ingredienti e i processi di trasformazione, crescendo. Golosa, curiosa e appassionata Aisha capisce cosa vuole davvero sin da piccina: diventare una pasticciera più di qualsiasi cosa.
Diplomata e ansiosa di imparare tutti i trucchi della pasticceria decide di proseguire gli studi. Si trasferisce in America, contro il volere dei genitori. Guadagnati i primi soldi facendo i Putu Piring nel locale di famiglia vola in America. Con tanti sacrifici e la voglia di eccellere concretizza il sogno.Conclude la scuola di pasticceria e trova un lavoro al Boston Hotel.
Era così felice e pensava, senza alcun tipo di rimorso, che non sarebbe mai più tornata a Singapore.
Una sera squilla il telefono. Aisha viene a conoscenza che il negozio di famiglia non andava bene e che serviva la sua presenza come ultima chance di ripresa. Ed è così che rinuncia al sogno per portare avanti quello della famiglia. È un momento davvero commovente quello del racconto di Aisha a piedi nudi sulle onde. Rinunciare all’America significava rinunciare al sogno. Significava rinunciare a tutto quello che aveva sperato e voluto fortemente per tutta la sua intera esistenza.
Fu dura risalire perché il lavoro era molto faticoso:” il procedimento per preparare i putu piring è complesso”, dice più volte Aisha. Cade in depressione perché pensa all’America e a tutti i sogni infranti tra le fatiche per far ripartire l’attività di famiglia.È un momento drammatico fatto di dolore e buio. Ma è quando trova l’amore che tutto cambia.
Lo incontra in un chiosco vicino al negozio di famiglia (il proprietario del Riso al pollo) e sposa dopo pochissimo tempo Nizam Iskandar. Nizam vede le difficoltà di Aisha, sapeva che fosse un’infelice, racconta Aisha. Ed è proprio da questa condivisione del dolore che ha inizio la favola.
“Volevo diventare una pasticciera”, confida Aisha al suo Nizam.
“Tu lo sei già. Grazie a te i Putu Piring potrebbero sopravvivere per sempre”.
È da questa frase romantica che cambia la vita di Aisha (inutile dirti che mi sono molto commossa e che la parte finale di tutto l’episodio è strepitosamente bella).
Nizam e Aisha cominciano a lavorare insieme. Cominciano ad accorciare i tempi della preparazione. Usano anche macchinari riducendo tempi e costi. I genitori neanche a dirlo erano contrari con la paura di una scarsa qualità ma “i tempi cambiano”, dice Aisha. E ci vede lungo perché in pochissimo tempo le vendite si incrementano vertiginosamente senza che la qualità ne risenta minimamente.
Aisha con il marito apre 4 punti vendita -fa pure 3 figli nel frattempo- “e presto saranno ancora di più”, sorniona asserisce. Le nuove generazioni grazie ad Aisha e Nizam conoscono i Putu Piring (e adesso anche noi). È diventata un simbolo Aisha.
Un simbolo di evoluzione importante. Evoluzione senza mai dimenticare la tradizione.
Posso dirti che adesso ho proprio voglia di preparare un Putu Piring? Non ce la farò mai, ma.
Mai dire mai, in tutto. Mai. E Aisha con questa storia ce lo ricorda, eccome.
https://maghetta.it/2021/01/23/street-food-asia-aisha-hashim-putu-pirin/