“Ma tu quando eri piccolo lo bevevi il latte di mandorla?”
“No. È da viaggio all’estero. Da località esotica”.
Chiaramente ero sarcastica nella domanda e lui ironico nella risposta. I torinesi, ho scoperto con il tempo, sono imbattibili sull’ironia. Così, voglio generalizzare stamattina.
È bello vedere il latte di mandorla così amato, idolatrato e bevuto in ogni dove adesso. È diventata un’abitudine, una validissima alternativa e una grande risorsa. Per noi siciliani è sempre stata la bevanda estiva. Quella che bevi ghiacciata sotto il patio nella bottiglia di vetro; che fosse stata fatta con il panetto pieno di zucchero, per poi diventare granita, o semplicemente con le mandorle sbucciate da nonna. Una a una.
Un bicchiere era prezioso e un litro era un piccolo tesoro da dividere con chi amavi. Mi capita di bere molte bevande vegetali a base di mandorla, alcune molto buone, altre che mi piacciono tantissimo perché contenenti il cocco – l’abbinamento mi ispira parecchio- ma latte di mandorla chiamo solo questo: quello fatto in casa.
Ognuno ha la propria ricetta e negli anni te ne ho fatte vedere tante. C’è chi mette 100 grammi per un litro, chi duecento e così via. Nonna faceva a occhio -come diceva “a sentimento”- e qualche volta, ti confesso, anche io.
Dipende se il latte di mandorla devi berlo semplicemente o poi trasformarlo in granita. Dipende che sapore ha la mandorla e di conseguenza dal tuo gusto. Io orientativamente uso: 260 grammi di mandorle (a volte arrivo anche a 300) per un litro di latte (a temperatura ambiente) per un buonissimo latte di mandorla corposo che posso eventualmente trasformare in granita.
Trito le mandorle con l’acqua e lascio riposare per almeno 2-3 ore. Anticamente si usava la garza: si frullavano le mandorle spellate bene e asciugate ancor meglio e si immergevano in infusione nel litro d’acqua calda.
Trascorso il tempo si filtra eliminando le mandorle e raccogliendo il buonissimo latte. Puoi zuccherare a piacere e non ti lascio nessuna grammatura esatta perché devi assaggiarlo, capirlo e decidere tu. A me non piace, per esempio, quel latte eccessivamente lezioso che ti fa sentire solo lo zucchero e non le mandorle.
La bevanda vegetale che trovi in commercio è nettamente differente dal latte di mandorla; prima di tutto perché nel secondo c’è un’altissima percentuale di zucchero in più (generalmente). Quando chiedi in un bar siciliano del latte di mandorla di certo non puoi aspettarti la bevanda vegetale al sapore di mandorle, insapore e molto delicato. Il latte di mandorla originale, quello siculo, è molto corposo e intenso e la maggior parte delle volte, come potrai intuire senza chiederti come mai, non è fatto con mandorle vero ma con panetti economici che hanno sì della mandorla ma è lo zucchero la percentuale maggiore. Il latte di mandorla in Sicilia infatti si può fare con i panetti acquistabili tutto l’anno nei supermercati oppure in questo modo tradizionale che ti ho raccontato; farlo con il panetto richiede meno tempo e la stragrande maggioranza si affida a quello, inutile negarlo. Per le occasioni speciali però le mandorle e la “mungitura” di quella che si chiama “okara” (lo scarto) rimane la soluzione definitiva. I panetti, so per certo, non sono facilmente reperibili in commercio ma qualcosina online si può trovare.
Buonissimo anche con il caffè, il latte di mandorla è una base perfetta per bibite incredibilmente buone. Se posso consigliartene una, a parte quella di aggiungere un pizzico di cannella, è sicuramente:
la menta.
Latte di mandorla e un po’ di menta. Mi ricorda cose talmente belle che al momento non saprei neanche metterle nero su bianco, per la commozione. Dico solo che era una delle bevande preferite che io e papà amavamo bere insieme.
Su RunLovers ti ho parlato di un altro tipo di Latte di mandorla (e di avena), che somiglia più alle bevande vegetali che trovi in commercio; ergo con una quantità inferiore di mandorle nell’acqua. Con proporzione 100 grammi per un litro. Qui trovi l’articolo.