L’okara è la polpa bianca (e farinosa) che rimane dalla preparazione del latte vegetale. Tipica della tradizione culinaria cinese, giapponese e coreana sin dai tempi antichi. Soprattutto consiste nelle parti insolubili dei fagioli di soia quando rimangono dopo la macinatura e filtrazione a seguito della preparazione di latte di soia e tofu. Lo “scarto” che non si butta mai, ma si riutilizza per torte, biscotti e preparazioni golose. Devo dire che dopo l’acquisto della milk maker (te ne ho parlato qui) di Okara ne ho davvero poca in casa, perché è minimo quello che resta e il sapore nettamente più forte. Con la milk maker, a distanza di quasi due mesi, devo dire che molte delle mie abitudini sono cambiate (e uso molto meno frutta secca e di conseguenza Okara). Pare che l’okara si possa essiccare e congelare ma devo confessarti che non l’ho mai fatto e usata sempre nell’immediato; fonti certe però sostengono che non ci siano problemi a riguardo quindi tutto risulta molto utile.
Che sapore ha?
Il gusto è abbastanza neutro e per questo motivo puoi utilizzarla non solo nelle preparazioni dolci, come generalmente si vede, ma anche salate. Largo sfogo alla fantasia: Burger, ravioli, polpette! Polpette soprattutto! (danno tanta consistenza. Mi piace tanto adoperarla così). Perfetta pure per la preparazione del muesli o granola fatta in casa.
55/60 grammi di Okara dicono che sostituisca un uovo nelle preparazioni, ma onestamente è un’informazione che non mi convince perché ho provato diverse ricette e devo dire che non lo rifarò.
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