Ti ho già parlato di lei. Argelia. Angela. Nonna materna. Di Scigliano, provincia di Cosenza, un paesino piccolo che sembra un presepe tra scalini sgangherati e vie strettissime con porte che devi chinare la testa. L’unica nonna che ho da quando sono diventata grande. Mani curatissime, occhi luccicanti e una tempra invidiabile. Spiritosa, ironica e tagliente. Coraggiosa e forte. Non è come l’altra mia nonna fiabesca e sognante uscita da una favola di Miyazaki. Argelia è una combattente. Con polmone collassato e bombola d’ossigeno -infilata nella shopping di Maghetta disegnata da me- è amata e rispettata dai suoi tre figli e due figlie e, non in ultimo, idolatrata dai nipoti; che, a ragione, sono orgogliosissimi di avere una nonna incredibilmente lungimirante e moderna. Altro che badante! Insieme a Maci, divenuta ormai suo amica, cucina pollo del Bangladesh, turdilli e gnocchi senza dimenticare soppressate e peperoncini. Gioca a carte con le sue amiche mangiando pizza e inveendo contro Barbara D’Urso e Gemma di Uomini e donne, sue acerrime nemiche. Al telefono mi spiega le ultime vicissitudini de “Il segreto” e come sfondo nel cellulare ha una foto della mia Koi “oh! È sempre mia nipote, no? Sono la bisnonna!”. Oggi nonna compie 89 anni e ieri sera al telefono progettavamo i fuochi d’artificio e una festa sobria stile Boss delle cerimonie per i novanta. A noi piace dire sciocchezze e ridere delle stupidaggini. Delirare su cose improbabili e senza alcun senso. Le dico che dopo i novanta bisogna arrivare a cento perché per una donna straordinaria come lei cento mi pare il minimo. “Sarebbe un regalo bellissimo nonna. Festeggiare insieme i tuoi cento”
Poi a un tratto il silenzio. “Il mio regalo più grande é la tua felicità.” E mi sono sentita così.
Così. Protetta.
Che non saprei spiegare mai cosa provo e sento per te.
La pasta Arriminata
(perfetta anche per il periodo di Carnevale, no? Ricchissima e rigorosamente piatto unico. Nonna, sia chiaro, preparava poi anche tre secondi e cinque contorni ma questa è un’altra storia)
Ti ho già parlato molti anni fa di questa pasta. Avevo voglia di riscattare la foto ma più di prepararla. Nonna in questi ultimi anni purtroppo si è ammalata ma è una combattente e nonostante tutto -bombola d’ossigeno compresa- continua a cucinare per i suoi figli, per noi nipoti e per tutte le persone che ama essendo a sua volta una donna molto amata. Vorrebbe tanto fare un’altra videoricetta con me e se ci saranno le condizioni spero tanto che questo suo sogno -anche mio- possa essere realizzato.
In questi giorni sto sistemando molti post. Alcuni li ho messi privati per ricordo, altri invece li ho cancellati. Alcuni sono stati e saranno modificati. Se prima tutto questo mi sembrava una sorta di barbarie adesso ho capito che il momento era davvero quello giusto. Senza mai snaturare i contenuti che popolano questo micromondo e con la speranza che tutto diventi più fruibile -anche per me- e visibile; perché ahimè molti post non erano più visibili proprio a causa del disastroso problema che mi ha fatto smarrire migliaia di immagini (che sto sostituendo con tanta pazienza piano piano). Non in ultimo tra tombole, comunicati e post tragicamente “inutili” ormai nell’era dei social sistemare l’archivio è diventato doveroso.
Su Instagram in tanti mi hanno detto che preferiscono le mie “solite” foto, chiare. Ma dal 2016, se mi segui, sai che ho ripreso questa mia vecchia passione per le foto a base scura. Sono molto più complesse e richiedono sicuramente molta più concentrazione e studio di un semplice click. Ogni foto diventa un piccolo miracolo e questa fatica mi sta insegnando moltissimo. Non voglio rinunciarci e credo di non poter più, in verità.
Questa foto la amo particolarmente perché per la prima volta sono riuscita a ottenere quell’effetto sgranato che tanto ricercavo. L’ho scattata di notte e con le luci, come mai accade perché la quasi totalità delle mie foto pubblicate, come sai, è sempre e solo con la luce naturale.
Ho sempre basato tutto -scritti e immagini- sulla spontaneità e non questo non cambierà mai. Un po’ di studio ed evoluzione però, maturando, è un percorso a quanto pare altrettanto naturale.
Videoricetta
(girata tantissimi anni fa, pubblicata infatti nel mio canale precedente a quello di Maghetta)
Arriminato significa letteralmente “girato, mischiato”. Nonostante Nonna si ostini a dire che sia calabrese e che il termine “arriminato” corrisponda guarda caso all’omonimo siciliano con lo stesso significato, qui in famiglia si crede da tempo ormai immemorabile che la nonna non possa più tornare indietro e confessare la dura verità.