Koi non esce molto spesso perché noi stessi non lo facciamo; questo perché è arrivata in un momento storico della nostra vita dove abbiamo smesso di uscire, viaggiare, esplorare e scoprire e ci siamo dedicati a lavorare, lavorare, lavorare e lavorare e lavorare. Poi lavorare, e basta. Di questo non ci lamentiamo e non sottintendiamo che abbiamo bisogno di una vacanza (ma l’abbiamo davvero) e soprattutto di questo abbiamo cercato di farne un punto di forza e ispirazione. A fatica, ti confesso, perché in certi frangenti potremmo pure goderci un week end o qualcosa di simile ma preferiamo “battere il ferro finché è caldo”. Quanto sono belli i modi di dire? Prima non mi piacevano così tanto, sai?
Ti dico questo perché ieri ho deciso di fare una passeggiata con Koi e poi portarla nel salone vittoriano, per cominciare a fare delle riprese e delle foto per questo piccolo tour che pubblicherò su Youtube (ormai credo proprio dopo Natale e mi dispiace perché avevo promesso prima. Facciamo prima di Capodanno?) e non in ultimo per fare un piccolo inventario che sarebbe occorso da promemoria, visto che -non per mettere ansia pure a te- ma siamo a meno cinque. Ma come ci siamo finiti qui? C’è stato per caso un acceleratore del tempo? Non me lo spiego.
Essendo il salone vittoriano (dobbiamo trovare un nome corto e incisivo come il vecchio iperuranio, lo so) a casa mia praticamente Koi ha trotterellato un pochino in giro. Ha fatto un giro pure nel giardinetto e tadan! Ha mangiato delle feci di gatto. Quella che doveva essere una bella mezzoretta buona durante l’orario lavorativo -inciso: che non mi concedo mai- e quindi la mia piccola vacanza da tutto e tutti e il mio moto di ribellione (guarda un po’ come sto messa, insomma) si è trasformata in una tragedia. Primo perché non credevo che Koi potesse fare una cosa simile (sottotitolo: non avendolo mai fatto perché mai sotto Natale? Le sembrava forse un panettoncino, mi sono interrogata senza risposta) e poi perché entrando in modalità madre umana psicotica apprensiva avevo prefigurato un Natale tragico con lei in coma ed io che tenendole la zampa imploravo il miracolo. Il veterinario mi ha rassicurato ma ero nella fase di “rassicurazione mica tanto” e la mattina si è trasformata in qualcosa di tragicomico dove tutti quelli che incontravo venivano a conoscenza dell’accaduto. È già tanto che non abbia fatto un comizio in piazza con tanto di diapositive. Che è poi quello che sto facendo in formato multimediale in questo momento. Su un food blog, o presunto, si può parlare di tutto questo e poi postare sacher muffin? Suppongo di no ed è per questo che faccio leva su quel presunto. Del resto il fatto di non seguire mai regole, dettami e dogmi è uno dei miei punti di forza nella vita in generale.
Però ecco se proprio vogliamo parlare di cose non propriamente piacevoli in questo piccolo diario natalizio che con amore sto condividendo con te devo confessarti un’altra cosa. Sei pronto?
Ho preso la pelliccia.
Verde. Da forever21 a 30 euro. VERDE, ripeto. Se mi leggi da un po’ sai che ho paura del verde. Letteralmente paura. E che non mi piace e che se qualche oggetto ha qualcosa di verde io non lo prendo. Pensa che ormai tutti quelli che hanno la sfortuna di condividere la vita con me non mi passano neanche il porta scotch se è verde. Al mio compleanno c’è stata una persona che si è scusata perché c’erano delle palline verdi nella confezione regalo “me ne sono accorta dopo e mi sono maledetta!”. Insomma, una cosa seria che getta nel panico tutti.
E io cosa faccio? Mi compro una pelliccia VERDE. Non so perché l’ho fatto. So che in quell’esatto momento mi sono detta: se attacco dei pon pon sopra sembro un albero di Natale e questa cosa invece di scoraggiarmi ha sortito l’effetto contrario per premere con convinzione “aggiungi a carrello”. È pelosa, morbida e caldissima. Ha il cappuccio e mi fa sembrare di quaranta chili in più. È pure corta e io odio le cose corte. Ma è così tenera, dolce e ORRENDA che appena l’ho vista me ne sono, ti confesso, innamorata. Quindi il ragionamento di stamattina è il seguente (sono le sei e io sono già operativa da non so quanto, oggi giorno 20 sono con Mary e mi farò le unghie. Altra piccola vacanza): se Koi ha fatto quello che ha fatto e io ho fatto quello che ho fatto e onestamente quello che abbiamo fatto è nei fatti una similitudine.
Non dovremo forse ragionare su questo grande insegnamento di vita e smetterla di lavorare, lavorare, lavorare, lavorare e concederci una vacanza?
In pratica io da una comparazione tra feci di gatto e pelliccia verde ho tirato fuori una motivazione serissima al mio bisogno di vacanza e vorrei confrontarmi con te per capire se:
- 1- sono diventata completamente pazza senza possibilità di ritorno
- 2- ho qualche speranza ma l’importante è che faccia una vacanza
- 3- non ho speranza e quindi è inutile che faccia una vacanza
Per dovere di cronaca devo dirti che Koi non ama particolarmente la pelliccia verde e ogni volta tenta di strapparmela di dosso. Lei adesso sta bene ma dovrà fare la sverminazione nuovamente per il richiamo e se te lo stessi chiedendo: sì. Le è piaciuto molto il salone vittoriano e si è fondata contro la boiseirie sporcandola praticamente tutta in segno di apprezzamento. Ho cercato di spiegarle che lì lavoreremo a tanti nuovi progetti, che lei verrà con me e mi seguirà come Isis di Downton Abbey e che poi sì andremo in vacanza perché lo merita soprattutto lei. Le ho fatto dei bei discorsi ma il suo sguardo era vitreo e implacabile e ho capito che no.
Con quella pelliccia perdo ancora più credibilità davanti ai suoi occhi. Non voglio demordere però. Voglio credere che qualcosa possa cambiare e che il mondo, Koi e soprattutto io siamo pronti a questo divenire. Ho ceduto alla moda della pelliccia piegandomi al sistema, ergo sarò ricompensata per il coraggio.
È questo il punto di forza su cui voglio basare le mie certezze.
E ora parliamo di cose meno importanti, perché seriamente c’è qualcosa di più importante che il mio insano acquisto?
La Tombola!
Oggi ne farei un’altra sai? Il commento numero 50 sarà il vincitore.
Il premio è: un bellissimo sbattitore elettrico accessoriato (guardalo qui su Amazon).
Perché non bastano mai. Fosse per me ne terrei sette di riserva nel comodino. Ti ricordo che proclamerò il vincitore all’interno dei commenti non appena mi sarà possibile e che da quel momento stesso attendo in email info@maghetta.it l’indirizzo al quale spedire. Non ho potuto contattare personalmente le due vincitrici precedenti e sarà mia premura scrivere al più presto ma i premi sono già partiti e dovrebbero essere in consegna proprio tra oggi e domani.
Sono un po’ a rilento scusate ma capitemi: ho una pelliccia verde da indossare e devo conquistare il mondo (aiutatemi).
La Ricetta
Quella delle sacherine di ieri.
Non ho tagliato e ri-infornato ma ho fatto dei mini sacher muffin; che se lo sapesse Omar Busi mi tirerebbe giusto un ceffone e lo meriterei pure ma. Sono venuti buonissimi e te li consiglio caldamente. Se aggiungi marmellata e glassa al cioccolato per arricchire poi: è fatta!
Ti aspetto sulle Stories
Per tutti gli aggiornamenti riguardo le tombole e i deliri ti consiglio di seguirmi su Instagram perché sarà lì che annuncerò le tombolate e trascorreremo insieme il Natale. Ogni giorno all’interno delle storie ti racconterò le mie giornate e condivideremo -perché il plurale è d’obbligo- tutto quello che di più bello c’è. E anche quando non c’è: lo inventeremo.
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https://maghetta.it/2017/12/20/muffin-sacherine-rimaste/